Eh si, anche a me capita di prendere qualche cantonata, fortunatamente di rado ma come vedremo poi, succede.
Il primo libro del quale voglio parlarvi è un classicone:
A Lansquenet, quieto villaggio al centro della Francia, la vita scorre placida. Un po' troppo placida: è una comunità chiusa, dove sono rimasti soprattutto anziani contadini e artigiani, dominata con rude benevolenza dal giovane curato Francis Reynaud. È martedì grasso - una tradizione pagana avversata dalla chiesa - quando nel villaggio arrivano Vianne Rocher e la sua giovane figlia Anouk. La donna è assai simpatica e originale, sexy e misteriosa, forse è l'emissaria di potenze superiori (o magari inferiori). Vianne rileva una vecchia pasticceria, ribattezzata La Celeste Praline, che ben presto diviene - agli occhi del curato - un elemento di disordine. Anche perché Vianne non frequenta la chiesa ma inizia ad aiutare a modo suo chi si trova in difficoltà: il solitario maestro in pensione Guillaume, l'adolescente ribelle Jeannot, la cleptomane Josephine, l'eccentrica Armande. Ben presto il tranquillo villaggio diventa più disordinato, ribelle e soprattutto felice. E lo scontro tra Benpensanti e Golosi, tra le delizie terrestri offerte da Vianne e quelle celesti promesse da padre Reynaud, tra Carnevale e Quaresima, diventa inevitabile.
Credo di essere una delle poche persone che ancora non aveva avuto modo e voglia di leggere questo libro; ma finalmente eccolo fare capolino dalla mia libreria e chiamarmi a gran voce come per dirmi che esiste anche lui e che ormai è anni che giace inerme nello scaffale.
E' stata una lettura piacevole, quello senza dubbio. Ma non capisco molto come possa essere definito un capolavoro; per quanto possa risultare ben scritto è comunque una storia semplice e senza grandi pretese.
Ho dato uno sguardo a varie recensioni ed ho notato che tutti sono stati travolti dall'atmosfera "cioccolatosa" della trama che senza ombra di dubbio è una parte che spicca molto nella storia narrata ma che secondo me non è la parte principale ma la scusa per poter parlare di altri argomenti; e questi argomenti sono davvero tanti: L'amore (ovvio), ma anche la solitudine, la vecchiaia, la morte, il razzismo, i rapporti genitori/figli e viceversa, la fede, le religioni, l'eresia... insomma c è davvero un miscuglio di roba.
E' come se l'autrice abbia messo tutte queste cose in una valigia riuscendo a farcele stare poi l'abbia scossa e sbatacchiata un po ma all'apertura abbia trovato nuovamente ogni cosa al proprio posto; perchè è proprio questa la sensazione che ho avuto durante la lettura. Tanti argomenti assieme ma ognuno con un proprio criterio e con un proprio ordine. Per parlare di tutte le vicissitudini della vita l 'autrice ha creato un personaggio diverso ogni volta e questo rende facile memorizzare chi e cosa senza ingarbugliarsi la mente ma leggendo davvero con facilità e scorrevolezza.
Ovviamente anche il cioccolato ci ha messo del suo visto che ha reso il tutto molto più dolce e profumato.
Consiglio questo libro soprattutto a chi si trova nel famosissimo blocco del lettore.
L'altra lettura invece è:
Caterina ha sedici anni e
vive in un povero borgo del Sud Italia, dove la maggior parte dei giovani è priva di lavoro e dove il muro dell'omertà è molto resistente. La sua è una famiglia disastrata. Il padre è alcolizzato e violento, la madre è una giovane donna i cui sogni sono stati infranti troppo presto. In un mondo crudele e oscuro, Caterina cercherà uno spiraglio di luce, ma dovrà scontrarsi con le bugie degli adulti, la prostituzione e la malattia. Tutto sembra precipitare: lei perderà ogni certezza e scivolerà in un baratro sempre più profondo, da cui riuscirà a uscire grazie a un evento inaspettato. Alla fine la vita la ripagherà di ogni sofferenza subita.
E questa la sconsiglio a tutti soprattutto chi sta affrontando un periodo particolarmente negativo.
Perchè questo libro è negativo già di suo.
Su instagram l'ho definito MAI NA GIOIA.
E' praticamente tutto un elenco di sfighe che si accaniscono su un unica persona, una ragazza che invece di fare pena ispira un fortissimo instinto omicida. La protagonista è scostante, acida, antipatica, non formula una frase con più di 4 o 5 parole ed io l'ho avuta sul groppone dall'inizio alla fine della lettura.
Non si può leggere un libro dove non c è una cosa che vada nel verso giusto; c è un piccolo riscatto nell'ultima pagina ma è talmente scontato e banale che neanche quello dona na gioia.
Tutto ciò è un gran peccato perchè la scrittura è davvero molto buona soprattutto se si parla di una scrittrice molto giovane come in questo caso.
Queste sono state le mie due ultime letture.
Che ne pensate?
Alla prossima